Fino alla fine degli anni Sessanta il capoluogo ciociaro si è trasformato in un circuito motociclistico importante. Ecco la storia di quegli uomini e dei loro bolidi
Tutto ha inizio nel 1927. Il circuito di Frosinone nasce nell’anno in cui la città diventa capoluogo di provincia, quasi a simboleggiare un’avvenuta resurrezione. Molti, all’epoca, l’avranno vista come propaganda fascista e per certi versi lo è anche stata. In effetti, un trofeo di quegli anni fu intitolato a Graziani, gerarca fascista partito alla volta dell’Africa. La corsa, a Frosinone, era un appuntamento annuale mancato solo durante la seconda guerra mondiale. Il percorso è sempre stato lo stesso, tranne che nella prima e nell’ultima edizione, quella del 1969. Era l’anno di inaugurazione del viadotto Biondi che fu scelto, appunto, come via da percorrere.
L’ideatore del circuito fu Carlo Magni. La partenza era prevista dall’osteria De Matthaeis, all’altezza dell’attuale Camera di Commercio, i piloti imboccavano Via Aldo Moro (una volta interamente a doppio senso ndr), salivano verso Viale Mazzini, all’altezza del cinema Nestor imboccavano la strada a senso unico che, dopo la famosa “curva Zallocco”, immetteva su Corso della Repubblica. Poi era la volta della salita in Corso della Repubblica e della ridiscesa lungo l’Alberata, per fare infine ritorno al punto di partenza. Ovviamente, la corsa prevedeva più giri, una decina circa.
Il primo pilota importante, nel 1936, è stato Sisto Paniccia, un costruttore poi partito per l’Africa e che ha partecipato ad una sola edizione.
Gli anni Cinquanta sono quelli d’oro. La corsa a Frosinone era un evento seguitissimo ed affascinante. Gli spettatori non pagavano il biglietto ma era prevista una sottoscrizione. Nel 1963 si contarono lungo le strade cittadine fino a centomila spettatori. Un pilota ciociaro ricordato da molti è stato Giovanni Morgia, venuto a mancare quattro anni fa e conosciuto con il soprannome di “Bicchierino”. In uno sport che vive di rivalità, è stato lui l’antagonista storico di Silverio Archilletti il più celebre pilota Ciociaro.
“La sfida tra i due – racconta Marco Archilletti (nipote di Silverio) – era una sorta di edizione motociclistica della più famosa sfida ciclistica tra Coppi e Bartali. Entrambi avevano vere e proprie tifoserie e, spesso, si scommetteva sulla vittoria dell’uno o dell’altro”. C’era, però, una differenza sostanziale tra i due piloti e ce la racconta lo stesso Marco: “Silverio Archilletti, mio nonno, commerciava in motociclette e biciclette. Poteva quindi permettersi il lusso di avere a disposizione le moto dalle case ufficiali. Correva, principalmente, con la Gilera e la MV ma anche con altre case. Bicchierino, invece, era un privato: affittava le motociclette da vari concessionari ed ha sempre corso con moto diverse (MV, Morini, Ducati, Gilera). Secondo molti appassionati, quindi, Bicchierino partiva svantaggiato rispetto al suo rivale”.
Silverio Archilletti vinse tre “gran premi”, di cui due nel 1953, unico anno in cui l’evento fu organizzato due volte. Corse fino alla soglia dei cinquant’anni. Bicchierino, invece, arrivò per ben cinque volte secondo non riuscendo mai ad imporsi. “Erano due piloti popolarissimi e seguitissimi in città: le corse motociclistiche all’epoca potevano essere paragonate indubbiamente al calcio di oggi, per seguito e passione dei tifosi”.
“Tra gli altri piloti che hanno lasciato un segno vanno annoverati anche Franco Mancini, altro avversario storico di mio nonno, mio padre Antonio Archilletti, pilota negli anni Sessanta quando l’organizzatore delle gare era Giancarlo Bevilacqua. Nel 1966 vinse la corsa con la Morini preparata da Elidio Pallotta, pilota e preparatore meccanico. C’era anche Benito Nicoli che ha vinto nel 1969, in occasione dell’ultima edizione della corsa, e poi Franco Frasca che, pur non avendo mai vinto, era ed è molto conosciuto per la sua passione e preparazione”.
Il Circuito e le auto. Visto lo straordinario successo che la corsa aveva avuto e stava avendo con le moto, nel 1953 Il Circuito di Frosinone ospitò anche le auto, che correvano in senso contrario rispetto alle moto, con l’Alberata in salita. Anche in quest’occasione si confermò una grande cornice di pubblico; la gara fu vinta da Leonardi su una Stanguellini 750 davanti a Taraschi su Jaur. Partecipò anche la veterana DeFilippis. Ci fu anche una corsa di K250 (macchine a ruote scoperte, piccole e agili, con motori Ducati 250) vinta da Claudio Francisci.
Frosinone, fino agli anni Sessanta, è stato un punto nevralgico del motociclismo. Venivano a correre sul circuito frusinate anche veri e propri campioni.
fonte: ciociariareport24.com
Foto dall’archivio di Marco Archilletti